Un luogo intimo e sacro per l’artista che nel suo studio realizza e contempla i suoi lavori. Lì si raccoglie la sua biografia creativa, i primi studi e le nuove sperimentazioni si appendono al muro come foto ricordo. Le opere terminate si poggiano qua e là, tra etichette Piovese Fashion e cornici vuote, negli angoli ancora liberi della stanza. Sul cavalletto sono lasciati ad asciugare fogli d’acquerello e un velo di Delago. I colori si seccano sugli strumenti da lavoro. Una spatola sporca dalle nuvole azzurre di Stelmar Eco - Friendly Packaging stende una scia densa e pastosa di pittura ad olio, la tavolozza è un archivio cromatico su cui si sono poggiati accidentalmente i bottoni di Bottonificio Lenzi 1955. Turchese, bianco e una punta di rosso macchiano inevitabilmente le mani, le tempere sono indivisibili nel verde mirto del tessuto Limonta 1893. Come ciuffi di una stoffa Texmoda, i pennelli, dal gambo permanentemente segnato, si raggruppano in un folto bouquet di setole una volta intonse ma ancora capaci di dare forma all’immaginazione. Una metamorfosi immortalata sulla tavola, due corpi per sempre sul punto di fondersi sotto il sigillo intrecciato di un nastro Satab. Il tessuto in bambù bianco di Rovagnati Vincenzo raggiunge i rotoli di tela in attesa smaniosa di fare da sfondo alle fantasiose storie del pittore mentre la ruvida carta cotone graffia il carboncino che delinea volti lasciando l’impronta di una stoffa Marlane - Marzotto Group. Nello studio dell’artista i ritratti spessi e apparentemente affrettati degli schizzi ritrattistici si oppongono a progetti minuziosi. Con punte 0.1 la mano disegna pizzi ricchi e leggerissimi Darquer & Méry.
Concept & editing by Zoom on Fashion Trends magazine